La magica carta (di credito) che ti manda in paradiso! Voglia di dance all-night in pieno giorno, Per le vie di Tokyo...

Benio aveva sentito durante il tragitto il corpicino del povero Tsukihiko tremare come una foglia per tutto il tempo, così si decise a rallentare appena ed a volare a quota più bassa. Si rese conto di averlo sopravvalutato un po' troppo e di essere stato poco cauto: il cielo non era propriamente l'ambiente ideale per quella specie di rettile che era il suo amico, quindi era più che naturale che fosse a disagio.
La cosa però gli parve comunque buffa: Tsukki-chan non si era mai dimostrato impaurito prima ad ora e aveva sempre affrontato ogni pericolo con quella che lo yatagarasu chiamava apatica determinazione; vederlo in quello stato gli fece uno strano effetto. Gli era parso più umano, in qualche modo. Più fragile del solito.

Lo sentì bombottare qualcosa a proposito della sua trovata geniale, quella di fare un pic-nic in quel luogo.
Mica avrei cucinato io! Esclamò offeso. Anche se avesse preparato lui qualcosa, sarebbe stato comunque commestibile, al contrario di quello che sosteneva il moretto.
Volevo chiedere alla zietta Kinuka di prepararci qualche buon onigiri! E poi a discapito dell'aspetto anche Jidou è un abile cheaf! spiegò con una punta di invidia. A Benio sarebbe piaciuto imparare a cucinare qualche bel piatto per il suo fratellone.
Già si immaginava Akio che rientrava a casa dopo il lavoro, stanco e stufo, urlando un "sono tornato" mentre la porta si chiudeva. Allora Benio si sarebbe presentato al suo capezzale con un grosso grembiule annodato intorno all'esile corpo e dopo un caloroso abbraccio gli avrebbe detto che i suoi piatti preferiti erano già pronti in tavola belli che fumanti. Che visione deliziosa.

Fu distratto dai suoi pensieri dall'affermazione del piccolo passeggero, che gli domandava se quella che aveva davanti fosse proprio la capitale.
Benio alzò lo sguardo, incontrando le splendenti vetrate, ancora lontane qualche chilometro, dei possenti grattacieli di Tokyo.
Sì, siamo arrivati! urlò contento. Non aveva impiegato nemmeno mezz'ora, era un record!
Accelerò quel tanto che gli bastava per raggiungere finalmente il centro città e planò più lentamente verso il terreno, stando ben attento a non farsi vedere dagli esseri umani. Sarebbe stato difficile non farsi scoprire, così scelse di atterrare in un vicoletto vicino, giusto per essere sicuro di non destare sospetti.
In un batti baleno, con un vento calzante, i suoi piedi toccarono terra.
Il signor passeggero è pregato di alzarsi e di avvicinarsi all'uscita. Grazie per aver scelto il Volo-Benio, sempre al vostro servizio. Arrivederci! Ridacchiò imitando la voce che di solito si sentiva in aereo.
Eccoci qua! Stai bene, Tsukki-Chan? Hai ancora il mal d'aria? domandò preoccupato, mentre si aggiustava delle ciocche ribelli che gli erano andate sugli occhi nel frattempo.

Benio si mise a pensare a Kinuka: effettivamente tra tutti quanti era quella più simpatica e affettuosa. Aveva un non sapeva cosa di rassicurante e determinato nel suo aspetto; forse perchè a discapito dell'atteggiamento a volte mascolino che assumeva quando c'era di mezzo Rouji o Renji Kurobara, era una vera donna, bella intelligente e forte, capace di dare tutta sé stessa per la persona amata.
Che invidia però... sussurrò tra sé e sé con un gemito smarrito. Se Benio fosse stato come lei magari a quest'ora avrebbe avuto un sacco di amici in più.

Mal di Benio?? Esclamò poi gonfiando le guance offeso. Io ho volato benissimo invece! Tsukki-Scemo!
Decise di lasciar perdere, tanto il Mizuchi non sembrava nemmeno ascoltarlo. Lo seguì uscendo anche lui dal vicoletto e si trovò di fronte la cosa più bella che si potesse vedere: strade piene di gente avvinghiata di vestiti e accessori coloratissimi e sfarzosi, negozi dalle insegne luminose e vivaci, ma soprattutto tanti tanti tanti nastrini e lolite.
Tsukki-Chan, hai visto? domandò emozionato.
Non riusciva nemmeno a parlare da quanto era contento di quel posto.
Che bello! Questo è il paese delle meraviglie per me: negozi di abiti da sweet lolita dappertutto! Quanto amo questa città!

Cominciò a correre da una parte all'altra della strada, facendosi quasi prendere sotto dalle auto in corsa. Si appiattì davanti ad un negozio dall'insegna fluo che annunciava "Baby, The Stars Shine Bright" e i suoi occhi si illuminarono.
Oh mio dio! Che bel vestito, lo voglio! E anche quello! E anche quell'altro!!! E intanto saltellava come una cavalletta da una parte all'altra. Dai, entriamo!
Lo afferrò per un polso con una presa ferrea che non ammetteva repliche e lo schiaffò dentro al negozio. Aveva intenzione di costringerlo ad indossare qualcosa di meno tetro anche a costo di spogliarlo di persona (tanto ormai nudo l'aveva già visto parecchie volte).
Sù, vedi di trovarti qualcosa di carino anche tu invece di stare sempre col muso lungo! gli fece la linguaccia, mentre si avvicinava ai vari scaffali pieni di accessori di tutti i generi, forme e colori.
Dai che se fai il bravo ti porto anche a mangiare il gelato oppure all'acquario! annuì come faceva un adulto davanti ad un bambino scontroso e si dilettò con il suo sport preferito: scovare tutti gli oggetti kawaii del negozio.

Benio aveva girato tutto il negozio in meno di mezz'ora. Quando si faceva shopping le regole erano poche e semplici ma obbligatorie: prima ci si faceva tutto il negozio da cima a fondo, selenzionando mentalmente i vari capi interessati e poi si ricominciava daccapo dall'inizio, provandoli uno ad uno.
In quell'arco di tempo in cui si era ritrovato da solo contro un'intero negozio che gli urlava di comprarlo, Benio era stato attirato da una quantità non ben definita di oggettini e cosettine talmente kawaii che non riusciva nemmeno ad immaginarsi come avrebbe fatto a scegliere.
In mente aveva in modo ben definito cosa voleva comperare: un bel vestitino sbarazzino ma allo stesso tempo comodo e delicato con magari qualche bell'accessorio coordinato, come una borsa, un paglio di scarpette con poco tacco (già nella sua versione "devil" era costretto a combattere con delle scarpe che Dio solo sapeva come faceva a camminarci, se poi anche tutti i giorni doveva soffrire il mal-di-piedi con i tacchi, era proprio masochista) e magari un simpatico girocollo con charms.
Ripercorse rapidamente tutto il piano dedicato alle Sweet Lolite, chiacchierando di tanto in tanto con qualche gentile commessa o con altre ragazze che, come lui, erano patite di oggetti simili. Non aveva idea di dove si fosse cacciato Tsukki-Chan (forse l'aveva intravisto nel reparto maschile, ma non ci voleva giurare) ma dopo una grande e ragionata selezione, e qualche consiglio esterno, aveva finalmente trovato i suoi futuri acquisti.
Avendo una predilezione naturale per i colori pastello, decise che questa volta si sarebbe dato al rosa (sì che tanto ne aveva pochi di vestiti di quel colore) scegliendo un abito che gli arrivava fino al ginocchio, semplice ma allo stesso tempo frizzante, con i merletti ai lati e una bella allacciatura.

Poi un'immancabile scarpetta bassa coordinata dello stesso colore. Era stato fortunato: erano l'ultimo paglio e gli calzavano perfettamente!

Tragica fu la scelta della borsa: ce n'erano di tutti i tipi e forme, dalle poushette alle borse a tracolla. Senza contare che come prezzi erano abbastanza abbordabili tutte quante (anche se non aveva affatto problemi di soldi: era lo zietto Rouji a finanziare le spese, senza saperlo). Decise alla fine per quella a scacchi col fiocco rosa. L'importante, in un accessorio era spiccare.

Concluse il tutto con un bel girocollo di swarovski con una stella azzurra, che gli avrebbe ricordato l'avventura al mare con Tsukki.

La sua scelta era conclusa e lui ne era pienamente soddisfatto.

Oh, Tsukki-chan! Esclamò da dietro uno scaffale, agitando la mano. Lo vide avvicinarsi mestamente a mani vuote. Eccoti finalmente! Non hai trovato niente di carino? domandò con una punta di delusione.
Poi indicò il suo bel bottino con aria orgogliosa.
Che te ne pare? Belli, eh? Così sembro proprio una principessa rosa! Esclamò contento, mettendosi il vestito davanti come se lo stesse indossando.
Secondo te mi affina troppo i fianchi? chiese critico guardandosi allo specchio.
Certo, Tsukki non era propriamente quel tipo di persona adatta per i consigli di moda, però si doveva accontentare. Visto che il Mizuchi aveva sempre qualcosa da ridire quando c'era di mezzo lui, si affidava al suo giudizio critico.

Distratto? Esclamò allibito come se avesse sentito una bestemmia. Ma Tsukki-chan, non ci si distrae quando si fa shopping o si rischia di sbagliare! spiegò affabile con un sospiro rassegnato. Poi ridacchiò, tanto per sdrammatizzare.
Era un caso perso, inutile convinverlo ad amare le compere.
Quando poi si sentì rivolgere (per l'ennesima volta in vita sua) la domanda sul perchè si divertisse così tanto a vestirsi da donna, Benio sbuffò alzando le spalle.
Per me non è affatto un divertimento. Io VOGLIO essere una donna, questo per me non è un gioco di travestimento... fissò l'abito che aveva in mano improvvisamente pensieroso. Tutti additavano quella sua abitudine come il capriccio personale del viziato yatagarasu che era, in realtà Benio voleva solo sentirsi almeno quando andava in giro diverso. Come voleva lui. Una vera ragazza, raggiante e solare.
Il suo frattelastro Benten almeno una cosa giusta gliel'aveva insegnata infondo: "se non ti sta bene come sei, allora cambiati l'abito, così cambierai anche tu. Ti piacciono le scarpe col tacco? Mettile e basta. Ti piacciono le gonne? Mettile e chissene frega. La gente sparla un po' troppo e sempre di malignità senza senso, tu non lasciarti impressionale e decidi di testa tua".
Da quella volta aveva sempre messo abiti femminili. Infondo alla fin fine se li poteva anche permettere: non appariva poi così maschile.

Scrollò le spalle. Nessuno poteva capirlo meglio dei suoi fratelli quindi era inutile discutere con gli esterni.
Si avvicinò al camerino borbottando contro l'acidità del suo compagno di shopping e si intrufolò dentro tirando la tenda.
Nel guardarsi allo specchio, con quel nuovo vestitino e quelle nuove scarpe, sentì l'orgoglio raffiorargli. Era proprio così che desiderava essere; non avrebbe cambiato niente e al diavolo se lo comprendevano o no.
Uscì soddisfatto dal camerino, esibendosi in tutto il suo splendore.
Beh, che te ne pare, Tsukki? volteggiò con vanità. Non sono carina? Direi che quest'abito mi sta alla P.E.R.F.E.Z.I.O.N.E. scandì annuendo.
Deciso: lo compro. Ma tu non hai visto niente che potrebbe piacerti?

Guarda che non mi sono offeso! ci tenne a chiarire ridacchiando. Si fissò ancora il vestito che indossava per vedere se c'era qualcosa che non andava, ma tutto era perfetto. E lui aveva fatto: ora toccava a Tsukki comprare qualcosa di diverso.

Benio perciò si ritrovò a fissare curioso l'angolino dedicato al "Wa Lolita". Non l'aveva mai sentito come nome (sarà che lui era solo per lo Sweet e minimamente per il Gothic) quindi guardare anche nuovi stili da appioppare al Mizuchi sarebbe stato assai divertente.
Wa lolita... sussurrò pensieroso. Allora vediamo che cosa c'è di bello lì! Ti troverò degli abiti perfetti, vedrai!
Si precipitò nella sezione indicatagli e cominciò a sgrufolare tra i vari scaffali. Non era male come stile: un kimono che ricadeva corto lungo le gambe; poteva stare bene anche a lui, un giorno ci avrebbe fatto un pensierino molto volentieri. Erano quasi tutti abiti femminili, ma in un angolino ancora più remoto c'erano anche quelli maschili.
A te stanno bene i colori come il blu, il viola e anche il bianco. Il nero ti rende più tetro, quindi te lo sconsiglio caldamente.
Mentre parlava tirava fuori un capo dopo l'altro, esaminandolo con cura.
Anche le fantasie scozzesi e floreali non ti starebbero male, però... Ehi, tu quali avevi visto che potevano piacerti? gli chiese corrucciando la fronte dubbioso.

Benio prese tutti e tre gli abiti che Tsukihiko aveva adocchiato, osservandone con cura i particolari. I modelli erano veramente molto belli, gli sarebbero stati bene tutti quanti: il mizuchi aveva un corpo esile e i pantaloni corti contribuivano anche a renderlo più alto del solito.
Scartò il secondo: quel grigio non gli piaceva particolarmente; era troppo cupo, quasi stagnante.
Come stile non era male. commentò annuendo, mentre lo riponeva nella stampella. Però il grigio invecchia parecchio e sono sicuro che non contribuirebbe bene a risaltare i tuoi occhi. Spiegò tranquillamente come fosse un insegnante di moda che educa i suoi alunni, indicando bene il modello.
Poi prese gli altri due, squadrandoli contemporaneamente entrambi.
Provateli tutti e due! esclamò porgendoglieli indeciso. Tranquillo, non rido! Anzi mi sorprende alquanto che tu abbia scelto proprio questo tipo di vestito! ridacchiò divertito.
La scelta, semplicemente a vedersi, appariva assai ardua: molto gotico il primo, bella anche la camicia a righe bicromatiche e i pantaloncini corti che ricadevano quasi a palloncino; ma il secondo modello era veramente kawaii, con quel taglio da scolaretto delle elementari e i colori freschi e vivaci.
La prova del nove l'avrebbe avuta nel vederglieli addosso.

Mentre Tsukki-Chan era impegnato con le sue compere, Benio si ritrovò a guardare ammirato l'abito che gli aveva scelto. Era... come dire... magnifico! Anzi, come aggettivo era troppo poco.
Esaltato se lo provò prima davanti, poi addosso. Bellissimo, gli calzava a pennello: sembrava proprio una vera principessa, come aveva detto Tsukki.
Sorrise dolcemente davanti allo specchio. Quella giornata più andava avanti più risultava divertente e, perchè no?, anche differente da tutte quelle che aveva passato fin ora. Con suo fratello le cose erano totalmente differenti: lui gli dava i soldi e Benio se ne andava a fare shopping da solo. Non l'aveva mai accompagnato, mai era uscito dal suo covo o dal suo studio.
Sospirò uscendo dal camerino con l'abito ancora indosso. Era curioso di vedere come stesse Tsukki-Chan con qualcosa che non era la solita divisa da scolaretto delle elementari.
Tsukki-Tsukki! Hai fatto col primo abito? Anche io ho provato quello che mi hai scelto tu. Ora vedrai che bella che sono! ♥

Quando vide il sorriso dolce di Tsukki (non un ghigno, quello era proprio un sorriso! Di quelli che di solito facevano la gente normale) si ritrovò improvvisamente ad arrossire.
Era ormai abituato ad essere al centro dell'attenzione, servito e riverito da tutti. Di sorrisetti languidi e poco casti che lo imbarazzavano ne vedeva tutti i giorni, ma quello del Mizuchi... beh... Era tutta un'altra cosa.
Grazie! esclamò impacciato, torturandosi un lembo del vestito, facendosi improvvisamente più pudico e riservato.
Poi si concentrò meglio su di lui. Quel vestito gli stava perfettamente bene, ricadendo a puntino sul corpo slanciato del Mizuchi: era davvero una vista sorprendente.
Non l'aveva mai considerato da un punto di vista dell'aspetto esteriore come un vero uomo. Vedendolo tutti i giorni con gli stessi identici vestiti di sempre si era abituato alla sua forma anonima, quasi scontata e per nulla interessante.
Era sorprendente come, cambiando semplicemente d'abito, improvvisamente quel ragazzo potesse diventare diverso. Affascinante in qualche modo. Arrossì ulteriormente a quei pensieri.
Che idee sceme: quello era lo Tsukki di sempre! Quello che tormentava e punzecchiava finendo inevitabilmente per farsi odiare.

Gli sorrise soddisfatto, aggiustandogli il colletto della camicia. Sembri proprio un principino, Tsukki-Chan! Il Principe degli Abissi! commentò ridacchiando divertito, prendendolo a braccetto e trascinandolo davanti allo specchio insieme a lui. Poi si lisciò bene i numerosi merletti dell'abito. E io allora sarò la Principessa dei Cieli! Insieme formeremo l'invincibile coppia!
Simulò qualche strano attacco che di solito si vedeva nei cartoni animati con l'ilarità di un bambino.
E' deciso: compriamo anche questi! Dovremmo farci una foto: sembriamo proprio dei cosplay!!

Magari preferiva Re degli Abissi... oppure il The Best Of Sea? si ritrovò a pensare corrucciando la fronte.
Come nomi ricordavano più una band musicale, magari non erano esattamente troppo azzeccati per un tipo come Tsukihiko.
Alla parola "principe" l'aveva visto improvvisamente impallidire come se qualcosa gli avesse trafitto il petto. Benio si era ritrovato anche a guardarsi intorno, come a scovare un possibile nemico, ma non trovò nient'altro che lui e il suo compare davanti allo specchio, circondati dagli scaffali. Forse aveva detto qualcosa lui che non andava, magari quella parola - principe, ouji-san - gli facevano tornare in mente, sempre lo stesso identico pensiero.
Sospirò. A volte era davvero strano.

Quando poi lo vide sparire dentro al camerino e riaffiorare col nuovo I-Pod (al che il suo commento mentale super eccitato fu: Oh mio dio! Tsukki ha il nuovo I-pod 5!! Lo voglio anche io, accidentiiii!!!) lo fisso dubbioso. Che volesse finalmente dargli il suo numero di cellulare?
La smentita alla sua ipotesi arrivò dallo stesso moretto che con un gesto secco lo afferrò per i fianchi stringendolo a sè. Per poco non si prese un colpo, aveva fatto il tutto così in fretta e in modo talmente determinato che gli era quasi preso un infarto nel trovarsi pelle a pelle con lui.
Quando poi puntò la piccola telecamera verso di loro, Benio sorrise dolcemente alzando due dita facendo l'occhiolino. Di sicuro il Mizuchi era inespressivo - come quasi in tutte le foto che lo ritraevano di solito - quindi doveva pensarci lui a rallegrare un po' l'atmosfera. Dopo qualche scatto, Tsukki si allontanò appioppandogli il cellulare in mano, sparendo dentro il camerino.
Doveva trasferire le foto dall'i-pod al suo cellulare (che per inciso era un Nokia di ultima generazione anche quello) così mentre brontolava per quell'epiteto poco carino nei suoi confronti, attivò i bluetooth, passandole. Erano venute veramente bene: Benio sorrideva felice in modo diverso in ogni foto mentre Tsukki aveva sempre la stessa identica faccia.
Adesso quasi quasi gli faccio uo scherzetto! borbottò ridacchiando.
Si assicurò che il compare fosse ancora dentro il camerino e andò sulle impostazioni del cellulare, mettendo una delle foto come immagine dello sfondo. Stessa cosa fece lui col suo.

Tsukki-Chaaaaaan?? lo chiamò innocentemente. Hai fatto di cambiarti?