CITAZIONE
Ambientato in un mondo alternativo simile all'Europa di inizio 1900, narra i viaggi e la maturazione fisica e spirituale di due fratelli, Edward e Alphonse Elric. Abbandonati dal padre alchimista in tenera età e cresciuti quindi dalla sola madre Trisha, i due bambini manifestano fin da subito grandi attitudini nello studio delle scienze alchemiche. Questo li porta, anni dopo, a tentare una trasmutazione umana, il massimo dei tabù dell'alchimia, al fine di riportare in vita la madre, morta di malattia. Un’azione che pagheranno a caro prezzo, dando così inizio a una fantastica avventura che li porterà sulle tracce delle leggendaria Pietra Filosofale al fine di riparare all'errore commesso.
C'è veramente bisogno di aggiungere altro? Io non credo.
Basta il nome per capire che tipo di manga sia: un successo. Edito dalla mitica Hiromu Arakawa per nove anni in patria e da poco giunto alla sua formidabile fine col 27° volume, FullMetal Alchemist, da noi edito dalla Planet Manga, è stata una delle poche opere che veramente sà attirare il lettore a sé e non lo lascia andare fino alla fine.
Come andrà? Come continua? Diciamo anche che un volume tira l'altro e se lo si prova una volta è difficile staccarsene senza prima essersi spoilerizzati tutto (non è il mio caso, ma sono veramente tentata!).
Ma cos'è esattamente che attira il lettore senza mai stufarlo? Anzitutto è uno dei pochi manga Shonen che si compone "solo" di 27 volumi: nonostante infatti lo strabiliante successo ottenuto, l'autrice sapientemente ha deciso (al contrario di molti altri che ci propongono ormai lo stesso tipo di avventura ancora e ancora) di non divulgarsi troppo con le sciocchezze e di porre una fine degna alla sua opera senza ripensamenti. E questo, secondo me, è da lodare: perchè l'Arakawa (che ricordo che con FullMetal Alchemist ha esordito per la prima volta, ergo non la conosceva nessuno, era sconosciuta al mondo intero) si è resa perfettamente conto che un lettore non può seguire 50 volumi e passa, anzi facciamo il doppio, prima di arrivare ad una fine perchè sà che si stufa. Perciò saggiamente ha deciso che ogni evento aveva la sua importanza e come tale doveva seguire un filo logico, una trama che piano piano si svela sotto i nsotri occhi.
Il suo tratto, andiamo, è inconfondibile: chiaro, pulito e soprattutto espressivo (cosa che non sarebbe poi tanto male aggiungere di tanto in tanto, negli shonen).
Credo non ci sia altro da aggiungere, a voi la parola!